LDL
LDL: riconosciuto ovunque come il colesterolo cattivo. La gente teme l’LDL. Molti pazienti ricevono statine in prevenzione primaria (per prevenire un primo infarto o ictus) per abbassare LDL. In questa review 16 dei 19 studi valutati hanno trovato un’associazione inversa tra LDL e mortalità per ogni causa. Tradotto: più alto il colesterolo LDL minore la mortalità per ogni causa.
Il colesterolo e il colesterolo HDL sono essenziali per la salute, anzi sono essenziali per una vita sana. L’LDL stesso può essere buono o cattivo. Il processo che trasforma l’LDL da buono in cattivo non sono i grassi che mangiamo, ma i carboidrati! I carboidrati complessi che noi assumiamo con l’alimentazione si trasformano in monosaccaridi che ledono l’LDL.
Il colesterolo è una piccola molecola e viene trasportata da proteine di trasporto. Abbiamo 5 classi di lipoproteine.
ApoB100: presente in ognuno dei LDL. La secrezione di VLDL da parte del fegato è aumentata in caso di insulinoresistenza. Poi VLDL -> ILP -> LDL.
Le LDL vengono riassorbite dal fegato sulla base dei recettori ApoB100. Lo zucchero può modificare questi recettori tramite la glicazione.
Il processo di glicazione inoltre rende le particelle di LDL più piccole. Inoltre avviene anche una glico-ossidazione delle LDL che porta ad un’ulteriore riduzione di dimensioni delle LDL.
Il risultato è una LDL completamente ossidata che non viene riconosciuta né dal fegato né dai tessuti periferici. Ne consegue un overload di LDL modficate in circolo, molto piccole.
Quando queste LDL entrano nella parete arteriosa devono superare la linea compatta della glycocalix che regola il tono muscolare dell’arteria, quando il sangue passa. Valori glicemici elevati danneggiano lo strato di glicocalix. Anche le lectine che ingeriamo possono danneggiare la glicocalix dopo essere state ingerite ed essere finite in circolo.
Le LDL modificate (ossidate) sono particolarmente lesive per la glicocalix. Ne consegue un aprirsi delle tight junctions che hanno il compito di assemblare le cellule epiteliali le une alle altre. In tal modo sia le LDL ossidate sia i monociti passano nello spazio sottoepiteliale delle arterie.
I monociti si trasformano in macrofagi e sviluppano sulla superficie gli scavenger receptors che riconoscono le LDL ossidate (che il fegato non riusciva a riconoscere) e le ingloba formando le foam cells che sono contenute nelle placche aterosclerotiche).
Quindi in presenza di un disturbo del metabolismo glucidico c’è una trasformazione delle LDL in LDL ossidate.
Ma come faccio a sapere che ho LDL ossidate in circolo?
si possono misurare in laboratori specializzati.
La Lp(a) viene attirata solamente da LDL ossidate: quindi Lp(a) è un marker di ossidazione.
Quindi misurando LDL ossidate o Lp(a) si misura praticamente la stessa cosa. Se si osservano gli studi di intervento per ridurre le LDL ossidate si vede che quando vengono ridotte le LDL ossidate, si riduce anche Lp(a).
Effetto delle statine su LDL
Ricorda che il fegato rimuove le LDL sane native. Le statine inibiscono l’enzima HMGCoA-reduttasi e inducono un aumento dei recettori per LDL sul fegato, che però sono in grado solo di riconoscere LDL sane e quindi assorbono solo quelle, lasciando in circolo le LDL ossidate. Ne consegue che ci sono meno LDL in circolo che possono essere ossidate in futuro. Il rapporto LDL ox/LDL sane è quindi alterato ed è noto essere associato ad una cattiva prognosi CV.
In uno studio di 16 settimane (studio atorvastatin) con alti dosaggi di atorvastatina ha portato ad una riduzione di LDLox del 10% solamente.
Molti prendono le statine perché vogliono prevenire la morte. Ma state tranquilli perché tanto morite lo stesso! Le statine casomai ritardano la vostra morte. Di quanto? Eccovi un’interessante review di 11 studi su 90.000 partecipanti.
Quanti di voi assumerebbero statine per vivere una settimana di più? In questo studio emerge che chi ha assunto statine con malattia CV ha vissuto 5,2 giorni di più, soggetti senza malattia CV ha vissuto 3,1 giorni di più.
Sudio SPIRE: Eccovi uno studio fatto su soggetti con ipercolesterolemia famigliare e pcsk9-inibitori: nessun beneficio clinico statisticamente significativo.
Effetti collaterali delle statine
1 su 10 ha un’intolleranza completa, 1 su 5 un’intolleranza parziale.
GRASSI SATURI e COLESTEROLO
Le affermazioni che assumere grassi saturi aumenti il colesterolo risalgono agli anni 50 dove gli studi sono stati fatti con grasso idrogenato.
Addirittura nel 1964 Mann et al hanno constatato che col cibo animale il colesterolo non era mai stato così basso.
Studi odierni fatti con grassi saturi (SFA) fino al 50% dell’apporto energetico: nessuna differenza nel colesterolo totale, LDL, HDL, TG. il colesterolo HDL è addirittura aumentato e i trigliceridi (TG) sono diminuiti.
Troppi grassi saturi causano cardiopatia ischemica??
Non c’è evidenza. Ancel Keys ha pubblicato il 6 country study “imbrogliando”, in quanto ha omesso 16 stati in cui i risultati non confermavano la sua tesi sui grassi saturi, pubblicando quindi soltanto i dati sugli stati dove i dati confermavano un’associazione colesterolo elevato e infarto. Segue poi il Seven country study sulla mortalità CV e il consumo di grassi saturi (GS). Le conclusioni sono state scritte dalla AHA (American Heart Association): evidenza fortissima che una dieta ricca di GS aumenta il rischio di coronaropatia. La correlazione era però debole.
Il colesterolo causa aterosclerosi?
Allora pazienti con più colesterolo dovrebbero avere più aterosclerosi di pazienti con meno colesterolo. Vedi lo studio di Landè del 1936: uguale aterosclerosi indipendentemente dal colesterolo.
Framingham: per ogni riduzione di 1 mg/dl di colesterolo c’era l’11% di aumento di CI e mortalità.
Non ci sono trials che dimostrino nelle donne con colesterolo o LDL elevate un aumento del rischio di infarto.
Interessante raccolta di studi sull’ictus emorragico: una review su soggetti con ictus comparati a soggetti sani sull’assunzione di GS. Praticamente addirittura meno ictus ischemici!!!
Qui di fianco una serie di studi di coorte che mostrano che il colesterolo non è un rischio per DM.
Non è rischioso per gli anziani: ci sono oltre 20 studi che attestano il contrario.
Pazienti con ipercolesterlemia famigliare: neanche qui è un rischio. I casi di morte prematura è dovuta a difetti della coagulazione (protrombina alta, fibrinogeno alto e fattore VIII elevato): ci sono studi.
Possiamo ridurre il rischio CV riducendo il colesterolo?
Nessuno studio ha dimostrato una risposta dose dipendente sulla riduzione del colesterolo e il risultato.
Ma guardate questo grafico: sono dati dell’OMS sulla mortalità per infarto e i valori del colesterolo dei soggetti maschi: la maggior parte degli infartuati aveva valori di colesterolo compresi tra 150 e 215.
Vi ricordo che anche la prevalenza dell’obesità in America (da noi in Europa è lo stesso) è aumentata dagli anni 80 in poi, ovvero da quando ci hanno detto di mangiare più carboidrati e meno grassi saturi, facendoci mangiare pessimi grassi vegetali, creando una pandemia di obesità, diabete, infarto e tutte le malattie del nostro millennio.
Come disse William Castelli, il direttore dello Framingham Study: a meno che l’LDL non sia alto (300 mg/dl ed oltre) non ha significato predittivo per il rischio di malattie CV. Molto maggiore invece è l’impatto del rapporto colesterolo totale/colesterolo HDL (ottimo < 4,5 nella donna e <5 nell’uomo) non solo nel Framingham Study ma anche nel Physichian’s Health Study e in molti altri studi. Lo stesso vale per il rapporto trigliceridi/colesterolo HDL (ottimo < 1,8-2).
Il rapporto trigliceridi/colesterolo HDL ha una maggiore valenza in quanto esprime l’insulinoresistenza e l’iperinsulinemia nel cardiopatico.
In un soggetto con CAC score di 1000 il rischio cardiovascolare aumenta annualmente del 25%. La medicina convenzionale gli da statine, ASA e una dieta low fat senza cambiare nulla!!! L’importante è evitare le small LDL che durano fino a 7 giorni, al contrario delle large LDL che vivono meno. Come ridurle? Evitate cereali e zucchero.
La vitamina D riduce il CAC score , non la vitamina K2.
L’omocisteina si riduce con vitamina B6, B9 e B12. Trascurabile effetto su eventi CV. L’omocisteina è un marker per disbiosi: infatti il nostro microbioma è in grado di produrre vitamine del gruppo B, specie B6,9 e 12, quando sano. In caso di disbiosi c’è anche una minore conversione di K1 in K2.